LANCIA MODEL CLUB di Maurizio Bruna
da WWW.STRATOSMANIA.COM

L’aspetto più bizzarro del fondatore e presidente del “Lancia Model Club”, sta nel fatto che la sua passione per il marchio di Chivasso porta il segno di Graham Hill…Il grande pilota inglese scomparso nel 1975 è stato, come tutti sappiamo, il protagonista di numerosi Gran Premi di Formula 1 (nonché il padre di Damon, campione del mondo 1996): Maurizio Bruna che ne apprezzava lo stile e l’abilità, acquistò casualmente, nel settembre del 1966, una copia del settimanale Autosprint sulla quale spiccava in copertina l’immagine del campione inglese.
Dopo aver letto tutto ciò che riguardava il suo beniamino, sfogliò le pagine successive e qui scoccò il colpo di fulmine: un resoconto completo sul rally S. Martino di Castrozza che si era concluso in quei giorni, mostrava alcune fotografie e tra queste c’era anche la Lancia Fulvia coupé 1.3 di Cella e Lombardini.

Quella piccola vettura, così distante dalle avveniristiche e sofisticate Formula 1, piacque talmente a Maurizio che decise di documentarsi con assiduità sulle vettura della Casa torinese, che già all’epoca vantava importanti trascorsi agonistici specialmente nei rally.
“In quegli anni - racconta - nacque anche la passione per il modellismo e cominciai così ad acquistare quel poco che all’ora offriva il mercato: i modelli della Mercury e della Politoys. Poi, con tanta pazienza, un po’ di stucco e lamierino, cercavo di elaborarli per realizzare le vetture che vedevo sulle riviste.”
La passione per il modellismo e quella per le corse su strada, che sono oramai diventati la sua specialità preferita, spinge Maurizio a trascorrere notti insonni per seguire i rally o per finire di montare una delle sue elaborazioni in scala: i ricordi di Maurizio risalgono dunque alle Fulvia ufficiali impegnate nei primi anni ’70, al rally delle Alpi Orientali, al Sanremo-Sestriere, più tardi al Giro d’Italia:
“Ricordo anche quando in un trasferimento, al rally di Sanremo del 1976, vidi nello specchietto retrovisore i fari della Stratos di “Tony”. Non riusciva a superarmi perché la strada era troppo stretta: temevo che mi buttasse giù dalla scarpata!”
Devono però trascorre ancora vent’anni prima che, resosi conto di alcune lacune modellistiche e della sempre crescente richiesta da parte degli appassionati, decida di fondare il “Lancia Model Club”:
“I principali produttori di modelli realizzavano sempre le stesse vetture, nelle medesime versioni: la Fulvia HF di Munari al Montecarlo, la Stratos Alitalia, sempre di Munari, sempre al Montecarlo… Ebbi la fortuna di conoscere personalmente alcuni piloti che all’epoca correvano con la Delta: da parte loro c’era il desiderio di avere il modellino della propria vettura, da parte mia c’era invece la volontà di dare inizio a una collezione di sole vettura Lancia. Così ho cominciato a realizzare alcuni fogli di decals, sia per assecondare i piloti sia per colmare una lacuna tematica.”

La decisione è saggia e incontra in breve tempo un largo consenso da parte dei modellisti più esigenti: l’associazione conta oggi circa 200 soci, principalmente in Italia; essi sono gli unici a potersi assicurare i modelli nelle versioni esclusive del “Lancia Model Club”, che utilizzano prevalentemente basi della Racing43, Arena Modelli e Tron.
“I primi modelli riproducevano le vetture che correvano in quegli anni, poi ho dato il via alla serie della Stratos, che è anche la mia preferita.”
Tante sono infatti le versioni che nel tempo Maurizio Bruna ha realizzato per la maggior parte dei modelli del marchio Lancia: senza tralasciare alcun particolare e con una paziente ricerca, sono stati prodotti bellissimi inediti della Fulvia Zagato, Fulvia HF, Stratos e Delta, che hanno fatto davvero la felicità di collezionisti e soprattutto quella dei modellisti, alla spasmodica ricerca di “pezzi” pregiati e inconsueti.
La tua iniziativa è alimentata dalla sola passione: quali sono i limiti che devi imporre alla tua attività?
“Tutto ciò che viene fatto per passione, rischia di trasformarsi in una pericolosa frenesia: è facile farsi prendere la mano e così i costi lievitano, o peggio, diventano fuori controllo. Invece devo stabilire con attenzione cosa fare e delle mille idee che ho in mente alla fine devo sceglierne solo dieci…”

Quali sono invece le maggiori difficoltà per realizzare un inedito, come la maggior parte dei tuoi modelli?
“Per i modelli degli anni ’60 e ’70, l’aspetto più difficile è reperire le informazioni necessarie: i libri riportano quasi sempre materiale già visto; i piloti a volte non ricordano con precisione (mi riferisco ai colori o al numero di gara, che per me sono essenziali): allora mi vengono in soccorso le immagini scattate da fotografi amatoriali o lo scambio di opinioni e materiale con altri “matti” come te o come il sottoscritto, sperando di trovare qualcosa di nuovo.”
Già, il “matto” in questione, come mi definisce Maurizio, fu uno dei primi ad associarsi… Qual’è il modello di maggior successo del Lancia Model Club?
“Devo dire che, quasi inspiegabilmente, visto la livrea un po’ povera, la riproduzione che è andata completamente esaurita, è quella della Stratos di Alen-Kivimaki al Rac Rally del 1981”
In generale il modello della Stratos è quello che hai venduto di più?
“Si, direi di si. La Stratos e la Delta sono le auto che stanno più a cuore degli appassionati Lancia. Un altro modello si successo è stata la Delta della ART impegnata nel Campionato Medio Orientale del 1991 con il principe arabo Kayath.”

Quando il modellista di Acqui Terme informò il principe-pilota sull’eventualità della riproduzione, Kayath non solo manifestò un grande interesse, ma per poter offrire una completa documentazione della vettura, no esitò a spedire via aereo la Delta ad uno studio fotografico di Parigi affinché la fotografasse in ogni particolare. Inutile descrivere la gioia del principe arabo quando ebbe tra le mani il modello: ne volle altri da regalare a parenti ed amici e invitò Maurizio nella sua residenza in Arabia. Ancora oggi, nonostante sia di diversa fede religiosa, invia puntualmente i propri auguri natalizi.
Quale il modello che ha richiesto il maggior impegno per la realizzazione?
“Penso che sia stato quello della Stratos di Leo Pittoni al Targa Florio del 1978: è stato molto difficile trovare le foto per ricavare il disegno delle decals. Avevo solo una vista posteriore e un tre-quarti laterale. Poi scava, scava, ne ho trovate delle altre ed è nato anche quel modello.”
Chi sono i Clienti del Lancia Model Club e da dove arrivano?
“Sono tutti “malati” come noi! Prevalentemente vivono in Italia, ma mi scrivono e si associano anche dalla Francia, Spagna e soprattutto Giappone, paese di provenienza dell’amico Akira Arada.”
Quali sono le difficoltà per mantenere vivo l’interesse dei soci?
“Ho poco tempo a disposizione: vorrei dare vita a una pubblicazione, organizzare un raduno, ma non ne ho proprio il tempo!”

Sono clienti soddisfatti?
“Nessuno è mai soddisfatto! Io farei lo stesso…”
Ti hanno mosso dunque delle critiche?
“Si, a volte. Spesso sono ingiustificate perché presto molta attenzione alla documentazione, ma molti sono convinti di avere sempre ragione…”
Le basi che utilizzi per le Stratos sono di Racing43e Arena Modelli: trova per ognuno un pregio e un difetto:
“Sono entrambe ottime realizzazioni: quello di Arena è magnifico, ma non mi piacciono in cerchi; di Racing43 ammetto di preferire il vecchio modello rispetto al nuovo.”
Lancia Model Club non ha mai realizzato un modello in scala 1/24?
“Mai! - risponde prontamente - È una dimensione che non mi piace e poi, per questioni di osti meglio restare su una scala ridotta.”
Quella di Maurizio Bruna è rimasta una passione, insaziabile, che lo ha portato recentemente a intraprendere una nuova avventura:
“Non mi bastava più realizzare versioni su basi esistenti, così ho deciso approfondire le mie ricerche su segmenti di mercato ancora inesplorati, dove nessuno si era cimentato prima, colmando alcune lacune. La neonata EmmeBi Models ha già prodotto numerose versioni della Aurelia, della mitica Fulvia 2C, una inedita Fulvia “Barchetta” realizzata grazie al dettagliato ricordo di Arnaldo Bernacchini (che rammentava addirittura la coperta tenuta nel baule per riscaldarsi ai controlli orari…) e una Delta S4 utilizzata nel campionato spagnolo rally su terra, alla fine dell’era dei Gruppi B.”

Quali novità ha in serbo la EmmeBi Modelli per gli appassionati?
“La Fulvia Zagato, una vettura particolare, che ha corso poco, ma della quale si possono realizzare singolari versioni sia da pista che da rally, visto le sue partecipazioni alla Targa Florio, rally di Montecarlo, oltre ad alcune interessanti versioni private. La Aurelia che ha corso a Le Mans e alla Mille Miglia. Entro fine anno conto di arrivare a quindici modelli.”
E per i soci del Lancia Model Club?
“Realizzerò i modelli che ancora mancano delle Stratos che hanno corso al rally dell’Isola d’Elba, grazie alla collaborazione con un gruppo di appassionati locali: la prima, che sarà pronta entro fine anno: è la vettura bianco-azzurra sponsorizzata “Albarella”, di cui realizzerò anche la versione che ha corso a Montecarlo con Codognelli.”
Nonostante l’entusiasmo, Maurizio Bruna, classe 1952, attraversa oggi un momento di “riflessione”…
“I costi sono aumentati e non c’è stato il ricambio generazionale: i giovani preferiscono acquistare modelli die-cast e i modellisti “invecchiano”. Molti di loro hanno già di tutto e per questo è sempre più difficile trovare nuovi appassionati.”
E tu, trovi ancora stimoli nel modellismo?
“Vorrei avere giornate di trentasei ore! Mi piace, e molto, dedicarmi al modellismo.”
Quanti modelli hai nella tua collezione personale?
“Credo poco più di 240 montati e almeno altrettanti kit in scatola di montaggio. Il mio sogno è quello di raggiungere i 1.000 modelli Lancia.”
I tuoi preferiti?
“La Stratos di Arena Modelli, la “Deltona” di Racing43 e la Flavia Coupé di Tron: sono le tre realizzazioni più bella della storia Lancia."